A Milano vado spesso a correre ai giardini di Porta Venezia (ora Giardini Pubblici Indro Montanelli). La sera, quando in città c’è un traffico ed un rumore bestiale, i giardini sono un angolo di pace. E sono frequentatissimi da gente che fa jogging, gente di tutti i tipi e con tutti gli equipaggiamenti, dai pantacollant sotto i pantaloncini corti al porta-telefono da braccio.
All’inizio ero alla scoperta dei giardini e correre era un piacere. Poi, facendo sempre lo stesso giro (quello più periferico quindi il più lungo possibile) la corsa si ritrasforma nella solita noia, e per reazione la mente divaga in ogni genere di riflessione. Un giorno, ne ebbi una tanto semplice che pensavo quasi di aver raggiunto l’illuminazione, senza bisogno del mio albero bodhi. La condivido.
In sostanza, ebbi a pensare, la vita intera è esattamente come una corsa al parco di Porta Venezia. La gente entra da diversi varchi, e corre, ognuna col suo ritmo, prendendo percorsi anche diversi, scorciatoie o allungatoie, ma alla fine tutti fanno dei giri, perchè il parco è piccolo, ed ogni giro, come i lustri che passano, è più difficile da completare, si arriva un po’ più stanchi, col fiato un po’ più lungo. C’è chi si risparmia per un giro per correre di più in quello successivo, chi fa gli scatti, chi corre regolare come un metronomo, chi ti punta e ti insegue per il gusto di superarti, chi ti fa fare la lepre e sei costantemente insidiato dal rumore dei suoi passi, che fanno scricchiolare la ghiaia subito dietro di te. C’è chi ha tanto fiato che non lo puoi raggiungere neanche a dar tutto quello che hai, e chi invece si accontenta appena di sgranchirsi le gambe. E alla fine all’improvviso ognuno prende un varco ed esce, il giro dopo non ci sarà più, e tu non sai quando o come, ma sai che succederà, perchè tutti sono lì solo per fare dei giri intorno al parco.
E quando esci sparisci completamente da quella realtà, che potrebbe essere la vita come la vede chi ci è dentro; per gli altri corridori come te, semplicemente non esisti più. Ma ciò non vuol dir che oltre i cancelli del Parco di Porta Venezia non ci sia nulla. Anzi, ci sono strade, case, automobili, luci, persone che non corrono ma camminano. E più oltre ancora c’è la campagna, le montagne, ed altri paesi, completamente diversi, ed ancora più in là c’è un universo intero con migliaia di cose impensabili, che al parco non vedresti mai.
E una volta che sari fuori, con tutto un mondo che ti si dipana davanti come gli strati di una cipolla, ti dimenticherai perfino di essere mai stato un corridore in quel piccolo, insignificante angolo di mondo che sono i giardini di Porta Venezia, e per te sarà poco più che fantasia anche se, in effetti, lì la gente continuerà a correre.
I want to believe