La mole imponente, a dispetto del nome, della Grignetta (tecnicamente “Grigna Meridionale”) domina la vista da Pian dei Resinelli, dove ero capitato per caso cercando la montagna più vicina a Milano. Fin da subito questa cima relativamente bassa (2177 metri) mi è apparsa molto interessante: su una piramide regolare di pendii erbosi si innestano denti, guglie e torri grigie di calcare.
Da Pian dei Resinelli la via più semplice alla vetta è quella del sentiero numero 7 (difficoltà: E) che parte dal Rifugio Porta e, dopo aver superato un bel boschetto di pini e larici, si inerpica lungo il versante meridionale con pendenza costante. E’ una salita dura, su roccia bianca e friabile, dove spesso il sentiero si biforca o triforca tra cumuli di rocce sbriciolate dall’azione degli elementi. Man mano che si sale, il panorama alle nostre spalle si allarga, abbracciando Lecco, i laghi di Garlate e di Annone, il lago di Como e, dalla parte opposta, la mole del Resegone.
La ripidità del pendio e l’altitudine crescente non lasciano molto spazio alla vegetazione, costituita da un manto erboso di un verde lucido, punteggiato qua e là da genzianelle e globularie. Le rocce calcaree sono spesso segnate da striature e graffi profondi.
Salendo oltre arriviamo al cospetto di grandi torrioni rocciosi che si ergono come muraglioni a proteggere la vetta, mentre rivolgendo lo sguardo sotto di noi possiamo vedere due grandi canaloni squarciare il manto erboso come ferite, che scoprono una roccia dai colori di terra ed ocra. Poco più in là, una selva di guglie e pinnacoli grigi, ammassati gli uni agli altri come gli speroni di un gigantesco cristallo.
Il tempo non è dei più belli ed ogni tanto un po’ di nebbiolina sembra lambire la cima. Quando l’erba finisce, un cartello indica la vetta a 20 minuti di cammino. La salita prosegue su scalini di roccia, di tanto in tanto sgretolata ed un po’ franosa. Uso spesso le mani, la via è ripida ma non a strapiombo, e dopo più o meno il tempo indicato si arriva ad un colletto dal quale si può già vedere il versante opposto. Per la vetta c’è un ultimo strappo, due-tre metri di catena aiutano a salire sulle ultime rocce, ancora coperte da poca neve a Nord. In vetta! La prima impressione è di essere sbarcati sulla Luna, infatti ci troviamo su una cresta pianeggiante di grosse rocce grigie, al termine della quale emerge una struttura metallica – ricorda davvero la cupola del LEM! – che in realtà è lo spartano Bivacco Ferrario.
Il paesaggio spazia a 360 gradi abbracciando la pianura a Sud, mentre a Nord la vista è occupata dalla sorella maggiore, la Grigna Settentrionale, alla quale il versante settentrionale, ancora innevato, si collega in lontananza. Una breve sosta in vetta per fare qualche foto e dare un’occhiata ai tanti oggetti lasciati dall’uomo (ex voto e così via), poi inizia la discesa lungo la stessa via fatta per salire, facendo ben attenzione a dove mettiamo i piedi… Ahi ahi, gli scarponi nuovi si fanno sentire!
Il tempo adesso è grigio, ed è ancora presto quando lasciamo Pian dei Resinelli alla volta di Milano, dove si arriva in poco più di un’ora, traffico permettendo.
Gita effettuata il 2/6/2014