Giorno 4. La giornata inizia con un bel viaggio in autobus, da Hoi An alla nostra prossima meta, la vecchia capitale del Vietnam Hue. Per coprire circa 130-150 km in autobus, partiamo alle 7:30 dal nostro albergo ma arriveremo solo a mezzogiorno. Più di 4 ore! L’autobus fa una prima bella impressione, è giallo ed ha i posti per dormire (in pratica tre file di lettini a castello. Il vano bagagli è già pieno di merci e quando nello spazio libero vediamo infilarci di traverso uno scooter capiamo che non ci sarà molto posto per i nostri zaini. Con un po’ di compressione ce li infiliamo ma ad altri turisti tocca caricarsi le valigie rigide sul bus (dove tra l’altro oltre che per le persone sdraiate non c’è molto altro posto, per fortuna non sembra pieno).
L’autobus procede lento, c’è un pezzo di strada di montagna e lì è una carovana di veicoli a passo d’uomo. Ad un certo punto sosta obbligatoria di 30 minuti ad un minuscolo bar/ristorante poco dopo il passo di Hai Van. Chiaramente l’autobus sotto il sole rovente diventa una sauna, ed al ristorante si fregano le mani ed aspettano. A chi non compra niente ci pensa la collezionista di monetine e la sua gang di venditrici di seppie (e una di braccialetti di preghiera). La tipa ti avvicina con fare piuttosto aggressivo chiedendoti da dove vieni e dicendo che colleziona monete (te ne fa vedere una manciata) e casualmente le mancano le tue. Il passo successivo dev’essere la cartamoneta perchè un giapponese che evidentemente la stava ad ascoltare viene inseguito fin quasi dentro all’autobus per qualche yen di carta dalla signora che ha anche tirato fuori un album con la raccolta. Alla fine si becca sì e nò 25 yen e qualche ringgit, tant’è che se la prende con le sue colleghe che nel frattempo non sono riuscite a piazzare molte seppie secche.
Vabbè, per farla breve arriviamo a Hue, contrattiamo un passaggio fino all’albergo (in realtà molto vicino a dove ci lascia l’autobus), ed il pomeriggio lo dedichiamo alla visita della principale attrazione turistica di Hue, la cittadella imperiale.
Hue in sè è una città florida e in crescita. Turistica, non è un bombon (vietnamita) come Hoi An ma quasi tutti i turisti passano di qui, appunto per vedere la città imperiale, costruita ad inizio 800, sede dell’imperatore e della sua corte di mandarini, soldati, inservienti, eunuchi, mogli e concubine.
L’area è molto grande ma severamente danneggiata dalla guerra. Pian piano stanno rimettendo le cose al loro posto, anche grazie alla cooperazione internazionale. Il palazzo imperiale principale è un maestoso edificio di legno. Predominano i toni rossi e gialli, le colonne avvolte dai draghi, i padiglioni ombrosi e i cancelli colossali decorati in stucco. Ampi cortili per le adunate, che possiamo vedere popolati da decine di persone in costume tradizionale nelle foto in bianco e nero in mostra. Apprendiamo come l’imperatore avesse anche più di 100 mogli, divise in 9 livelli, e gli eunuchi avessero l’importante compitobdi preparare la shortlist da proporre all’imperatore per scegliere quella da portarsi a letto la sera.
Sulla via del ritorno incontriamo dei bambini che una volta fotografati vogliono poi entrare in ogni altra nostra foto, e un sacco di nonnetti in divisa (sembrano generali in pensione) che si fanno avvicinare, fotografare e ci fotografano!
La sera scorre veloce perché siamo stanchi, sporchi ed affamati, mangiamo due zuppe di spaghetti e torniamo in camera a pianificare i dettagli del resto del viaggio.