I recenti successi della sonda Rosetta, piazzata dall’uomo in orbita ad una cometa, dovrebbero riempirci di orgoglio e di fiducia in noi stessi, in quanto mostrano che l’Umanità, quando coopera ed investe le sue energie in imprese virtuose anzichè sperperarle in cruente guerre, è in grado di compiere imprese straordinarie. Rosetta ed il suo lander Philae non sono che gli ultimi di tutta una serie di sonde scientifiche che l’uomo ha sguinzagliato nello spazio.
Probabilmente, viste le difficoltà oggettive e gli alti costi dell’esplorazione spaziale, non riusciremo a fare molto di più. C’è chi dice, non senza ragione, che sia un lusso inutile, una cosa irrilevante, visto che servirebbe investire molte più energie quaggiù, sull’unico pianeta che abbiamo, sia sull’ecosistema che stiamo massacrando ormai da troppi secoli, sia sulla nostra società che parimenti ha bisogno di una grande svolta (e questi due temi credo siano strettamente collegati, dubito che si possano ottenere progressi in una direzione senza investire anche nell’altra). Magari chi lo sa, tra un paio di secoli saremo estinti, o magari regrediti ad un nuovo medioevo globale. Ma intanto questi silenziosi testimoni del nostro ingegno rimarranno lì, per chissà quanti lustri ancora; i LEM sulla Luna, i rover su Marte, Rosetta a girare intorno alla sua cometa accompagnandola lungo le sue orbite ellittiche, le sonde Voyager nello spazio interstellare, più lontane di ogni altra cosa che riusciremo mai a lanciare nell’infinita oscurità del cosmo. Motori a fusione? Antimateria? Sì… Come no. Quanti bambini ancora faranno sognare.
Spero che magari un giorno astronavi come quelle di Star Trek sfrecceranno veloci da un sistema stellare all’altro, superando senza nemmeno mettere la freccia le vecchie sonde ormai spente, lanciate come sassolini in uno stagno da un’umanità povera di mezzi e soverchiata dai suoi limiti. Magari qualche vecchio cimelio verrà pure recuperato, ed esposto come manufatto archeologico in chissà che museo, sospeso in aria in un campo magnetico. Avremo colonie nello spazio o per lo meno avamposti, avremo conosciuto altre forme di vita e forse perfino altre intelligenze, avendo gli strumenti intellettuali per capirle quand’anche fossero radicalmente diverse dalla nostra. Forse chi viaggerà su queste astronavi saranno membri di società più evolute, non più guidate dal profitto e dalla ricerca del potere, ma da principi più nobili – etica? cooperazione? sete di sapere? Magari un po’ di tutte e tre insieme?
Che bello. Purtroppo sono un po’ scettico. Mi sembra che le possibilità non siano troppo a favore di uno scenario del genere.
Nel worst-case-scenario, saranno le sonde spaziali di oggi e di domani a testimoniare l’ingegno e la caparbietà dell’uomo. Anche quando ci fossimo estinti, esse saranno là, nello spazio, per lunghi anni ancora, e tanto racconteranno della nostra scienza. A questo punto mi chiedo: se stiamo seminando per il cosmo testimonianze, monumenti della nostra civiltà, non è il caso di farli un po’ più belli? Insomma, perchè non li trasformiamo in veri e propri oggetti di design? Salvaguardandone la funzionalità scientifica, s’intende, ma c’è modo e modo di fare le cose. Chiamate un designer, fate dei concorsi, selezionate le idee che sicuramente arriveranno numerose. Insomma, quando noi pensiamo a dei veicoli spaziali alieni ci vengono in mente i dischi volanti, sigari spaziali, forme sinuose, plastiche, di metallo scintillante… Non ammassi di antenne, bracci meccanici, fili elettrici e tubi a vista, placche metalliche traforate. Basta poco… Magari ispiriamoci proprio alla fantascienza, alle nostre visioni degli alieni. Perchè qui gli alieni saremo noi! In ogni caso, cogliamo l’occasione per comunicare qualcosa di noi, della nostra civiltà, delle nostre pulsioni, del nostro sentire – in una parola: della nostra anima – e non solo di soddisfare la nostra sete di conoscenza; ci sarà qualcuno che troverà queste “opere d’arte”? E se ci fosse, saprà capirle? Le troverà belle, oppure per lui non farà nessuna differenza? Non importa: è un’opportunità fantastica per diffondere la nostra creatività, il nostro sentire, insieme ad un mucchio di strumenti scientifici che, una volta fatto il loro lavoro, quando le batterie saranno definitivamente esaurite, altro non saranno che un cumulo di spazzatura.
Trasformiamoli almeno in un… soprammobile prendi-polvere!