Giorno 3. Ci svegliamo di buon mattino per un giro alle rovine di My Son, sito archeologico tra i più importanti del Vietnam (Patrimonio dell’Umanità secondo l’Unesco). Decidiamo per una semplice gita turistica con andata in autobus e ritorno in battello (8 dollari a cranio incluso il pranzo, di gran lunga più economico che affittare un taxi). Un minivan vuoto viene a prenderci. Poi diventiamo 4, poi un autobus intero. Il capo gita è un tizio vietnamita che assomiglia vagamente a PSY e parla inglese con voce impostata da rockstar – uno spettacolo! – però devo dire che sa il fatto suo. Le rovine sono per la gran parte state distrutte dai bombardamenti americani durante la guerra, un vero peccato perchè molti erano interi quando furono riportati alla luce dai francesi. I crateri scavati dalle bombe sono enormi, e parte del complesso si dice sia ancora chiuso perchè non del tutto bonificato da ordigni bellici e mine anti-uomo.
Il tempo per visitare il sito è più che sufficiente, poi ci portano al fiume all’appuntamento con la barca. Definita “grossa come il Titanic, ma con motore cinese”, si rivela essere invece una piccola barchetta la cui elica si impiglierà presto nelle reti dei pescatori, costringendoci ad un rientro anticipato. Non prima di aver gustato un lauto pranzo a bordo, riso con melanzane e altre verdure, più qualche pezzettino di pollo per i più fortunati.
Il pomeriggio lo passiamo a visitare la città di Hoi An acquistando il biglietto cumulativo (3 euro) che permette di visitare 5 siti a scelta. Scegliamo antiche case di commercianti e sale d’assemblea delle famiglie cinesi della zona. Spesso contengono un tempio. Facciamo poi una visita al workshop dell’artigianato dove vediamo dimostrazioni di musica, teatro e danza locali. Meno male, perchè oltre a quello lì c’è solo un souvenir shop che vende di tutto.
Al calar della sera usciamo a comprare un paio di souvenir, poi cena e qualche foto. Anche stasera il miracolo si ripete e dalle sette alle 22 la tranquilla Hoi An si colora di mille luci e lanterne, e orde di turisti animano le strade, corteggiati da un quasi egual numero di venditori che tentano di vendere mercanzie più o meno probabili.
Alle dieci e mezza di sera il casino crolla drasticamente e la città, salvo disco bar & C si addormenta in vista di una nuova giornata, che comincerà presto al mattino, tra poche ore.