Vrbnik è un piccolo paese sul versante orientale dell’isola di Krk, la più grande e popolosa isola croata che si trova nel golfo del Quarnero, appena poco più a sud di Fiume. Famoso per gli stretti vicoli (“la strada più stretta del modo”, 43 cm di larghezza), Vrbnik ha degli scorci incantevoli, tra le scale di pietra che collegano le case costruite una a ridosso dell’altra, viuzze lastricate in pietra calcarea e piccoli orticelli urbani delimitati da muretti a secco, affacciati sul mare. Nell’entroterra, una piana coltivata a viti si incunea tra i boschi di pini e alberi della macchia mediterranea. I filari ordinati, coltivati a spalliera, sembrano suggerire una vendemmia meccanizzata, cosa che mi sorprende visto che sull’isola non ho mai visto un trattore. Sarà forse a causa dei terreni, terra rossa, disseminata di pietre calcaree e rocce aguzze e taglienti, secchi, colonizzati da erbe pungenti, arbusti, aromatiche, querce e una quantità spropositata di fichi.
Sull’isola soffia la bura, vento che viene dal mare e che dissemina ovunque la salsedine. Sulle scogliere cresce rigoglioso il motar (finocchio marino).
La Casa Vitivinicola Ivan Katunar di Vrbnik è uno tra i più grandi produttori della zona. Sono una decina le linee di prodotto proposte, tra vini biachi, rossi, uno spumante e l’immancabile vino da dessert. Il vino tipico di Krk per eccellenza è la Žlahtina (“nobile”), vino bianco giovane, fresco e secco, ottenuto dal vitigno omonimo, arrivato nell’isola intorno al 1880 e ad Vrbnik nel periodo tra le due guerre mondiali.
Qui di seguito le mie impressioni sui vini acquistati in loco da questo produttore.
Vini bianchi
“Žlahtina”, Žlahtina vino bianco di qualità kzp. Vitigno Žlahtina in purezza. Alcol 12% vol. Annata: 2017. Categoria di riferimento: vini bianchi giovani.
Degustazione: il vino si presenta di un giallo paglierino tenue, cristallino, abbastanza consistente. Al naso presenta un bouquet floreale, fruttato e leggermente fragrante, invitante e freschissimo. Biancospino, pesca a polpa bianca, banana, fichi bianchi, vaniglia, accompagnati da una mineralità che ha il profumo del sale marino. Si percepisce anche una nota di salvia selvatica, tanto abbondante su queste scogliere. Profumi abbastanza intensi e fini.
All’assaggio il vino decisamente intenso, riempie la bocca con autorevolezza: secco, abbastanza caldo, abbastanza morbido, fresco, quasi salato; dopo l’impatto iniziale si mastica il sale mentre il vino sfuma gradatamente lasciando in bocca aromi di erbe della macchia mediterranea: salvia, rosmarino, resina di pini. E’ un vino di corpo, che giudico in complesso abbastanza fine all’assaggio solo a causa della già citata irruenza iniziale, un po’ brutale, comunque una caratteristica distintiva interessante.
Il vino è maturo, equilibrato ed abbastanza armonico. Lo suggerirei in abbinamento ad un piatto di scampi alla busara, per rimanere in zona, oppure ad una grigliata di pesce. Interessante anche con i formaggi come ad esempio un pecorino di media stagionatura.
Il mio punteggio: 86 punti.
“Žlahtina Sv. Lucija”, Žlahtina vino bianco di qualità kzp. Vitigno Žlahtina in purezza. Alcol 13% vol. Annata: 2016. Categoria di riferimento: vini bianchi giovani / di media struttura.
Degustazione: Questo vino è sempre ottenuto da vitigno žlahtina bianco, ma da un vigneto situato nella località di Supela, a poca distanza dalla famosa chiesetta di Santa Lucia (nei pressi di Baška), nota per il ritrovamento di una lapide altomedievale iscritta in caratteri glagolitici che rappresenta il più antico documento in lingua croata. Oltre alla Storia, di questa zona, che ho visitato personalmente, so che il clima è molto diverso dalla quieta piana di Vrnbnik: siamo all’estremità meridionale dell’isola di Krk, il suolo è più arido e duro, spazzato dal vento. Guardando il mare dalla vallata che da un alto massiccio roccioso discende a Baška, il versante sinistro della valle è boscoso, con predominanza di querce e pini marittimi; il versante destro invece completamente glabro, desertico, un paesaggio lunare fatto di bianche rocce calcaree e qualche arbusto secco.
Stesso colore giallo paglierino, tenue, con qualche riflesso verdolino; colpisce però al naso la mineralità impressionante: intenso profumo di salsedine, mare, alghe, accompagnato da miele, salvia ed erbe aromatiche. Profumi più intensi e concentrati rispetto allo stesso vitigno coltivato a Vrbnik. Stessa intensità in bocca, accompagnata però da una maggiore morbidezza che rende il vino più rotondo ed equilibrato, all’assaggio risulta più elegante e piacevole.
E’ un vino perfetto per crostacei e carni bianche, che data la sua aromaticità e maggiore morbidezza tiene benissimo testa ad un saporito brodino di pesce (magari con polenta) o anche ad un piatto di agnello.
E’ sicuramente un’ottima espressione di questo vitigno, che smussa alcune spigolature del suo carattere. Ne risulta un ottimo vino bianco, che nonostante la qualità aromatica gioca sempre sulla freschezza e sull’immediatezza. Si fregia di una mineralità davvero fuori dalla norma – supera ad esempio, cosa impensata, la Falanghina dell’Irpinia – e pur mantenendo i caratteri distintivi del vitigno è davvero equilibrato andando a giocare con perizia con il dolce e il salato.
Il mio punteggio: 90 punti.
“Porin”, vino spumante di qualità kzp. Vitigno Žlahtina e Chrdonnay. Alcol 11% vol. Annata: 2016. Categoria di riferimento: vini spumanti elaborati con metodo Martinotti.
Degustazione: il vino si presenta brillante, di colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Sorprendentemente, il colore è talmente tenue dall’essere appena percettibile. Le bollicine sono piuttosto grossolane, ma numerose e persistenti, con una bella spuma. L’aspetto algido è particolare ed elegante, ma purtroppo costituisce a mio parere l’unico pregio di questo vino.
Al naso, infatti, i profumi sono abbastanza inesistenti, salvo un leggero sentore erbaceo di salvia (Žlahtina?). Intensità sicuramente sotto la norma, complessità modesta. Abbastanza fine. All’assaggio andiamo anche peggio. Il vino fa il suo ingresso in bocca in punta di piedi: un tripudio di bollicine, che sfrigolando lasciano posto ad una puntina di acidità e aromi di salvia, che perdurano per un istante appena. Davvero troppo corto, anche comparato ai più scialbi tra i Prosecchi.
Oggettivamente, il vino è secco, abbastanza morbido, poco caldo. Abbastanza fresco, abbastanza sapido, di corporatura un po’ debole. Poco fine.
Il vino è maturo, nel complesso assolutamente equilibrato, ma verso l’etereo: colore quasi trasparente, profumi iper-delicati e all’assaggio piuttosto scialbo… Sembra di degustare una minerale molto gasata con un pizzico di limone e salvia! Impossibile definirlo in altro modo se non poco armonico.
Poco alcol, un corpo inaspettatamente leggero (soprattutto per queste terre!), poco gratificante. Scompare persino con una spadellata di seppie appena aromatizzate con aglio, sale e limone, o con un’insalata di pomodori. Forse da consigliare, grazie alle sue bollicine, con cibi molto grassi, tipo un piatto di agnolotti di magro in burro e salvia.
In definitiva un prodotto da ripensare, soprattutto considerando che la cantina produce degli altri ottimi bianchi. Premio il colore molto particolare, intrigante, ma tutti gli altri aspetti della degustazione sono negativi.
Il mio punteggio: 66 punti.
Vini rossi
“Nigra Cuvee”, vino di qualità. Vitigno Merlot in purezza. Alcol 13% vol. Annata: 2015. Categoria di riferimento: vini rossi di media struttura.
Degustazione: il vino, limpido, ha un colore rosso rubino molto intenso, quasi impenetrabile alla luce. Roteando il bicchiere, il vino appare consistente ed emana profumi fruttati di prugna e amarena, sentori eterei di smalto e acetone che denotano una forte presenza alcolica, anche se accompagnata da una leggera vinosità. Abbastanza fine e abbastanza complesso.
All’assaggio il vino si presenta secco, caldo, abbastanza morbido, fresco, tannico e sapido. E’ un vino di corpo (tendente al robusto), come la Žlahtina colpisce subito duro, con acidità, corposità e poi tutto il tannino che può mettere in campo. Mentre ancora si mastica il tannino, sfuma con buona persistenza di aromi fruttati ed eterei con una coda leggermente amarognola.
E’ un vino che ha il carattere ruvido del contadino croato, e di una terra aspra, che sa dare i suoi frutti in discreta abbondanza a chi con pazienza e fatica si ostina a coltivarla. Pronto, può tranquillamente attendere anche qualche anno in bottiglia di essere bevuto senza che il suo carattere spigoloso sia domato dal tempo.
Nel complesso abbastanza armonico, molto bello il colore, al naso nella norma, interessante all’assaggio l’intensità e la mineralità del vino.
Ideale con carni alla griglia o, rimanendo il loco, šurlice (specie di grossi tubi di pasta fresca) con goulash di carne.
Il mio punteggio: 83 punti.
“Nigra Syrah”, vrhunsko vino. Vitigno Syrah in purezza. Alcol 13% vol. Annata: 2015. Categoria di riferimento: vini rossi di media struttura.
Degustazione: mi sembra di capire che il vigneto di provenienza sia nei pressi di Baska (Santa Lucia). Buona esposizione, grande influsso del mare, terra rossa e molte pietre. Assaggio con interesse questa espressione mediterraneo-balcanica del grande vitigno francese.
Il vino, limpido, ha un colore rosso rubino molto intenso, opaco. Roteando il bicchiere, il vino appare consistente ed emana profumi fruttati di prugna, ciliegia, mora selvatica, noce moscata, pepe verde, sentori eterei accompagnati da aceto balsamico e tabacco. I profumi sono di media intensità, il vino al naso è fine e complesso.
All’assaggio il vino si presenta secco, abbastanza caldo, abbastanza morbido, fresco, tannico e sapido. Dotato di un buon corpo, è in complesso piuttosto spigoloso all’assaggio; acidità e tannino la fanno subito da padrone, cancellando ogni traccia di morbidezza. E’ un vino che si fa piacevolmente masticare grazie al suo tannino ed al suo sale, la persistenza aromatica però non dura molto a lungo.
All’assaggio abbastanza fine, in complesso abbastanza equilibrato e abbastanza armonico. Diciamo che colore e naso facevano sperare qualcosa di più, l’assaggio lo penalizza poiché si rivela davvero un po’ sgraziato.
Vino pronto, dal tannino ruvido che sicuramente stando a lungo in bottiglia potrebbe smussarsi un poco. Va notato che il prezzo è quasi il doppio del “Nigra Cuvee”, all’assaggio tale differenza appare immotivata poiché i due vini all’incirca si equivalgono.
Abbinamenti consigliati: carni alla griglia, acciughe, formaggio di pecora stagionato.
Il mio punteggio: 82 punti.